Intervista a Silvia Tortora (2010)
Quando ho conosciuto Silvia Tortora, la figlia primogenita di Enzo, è naturale che tutto
sia partito dal ricordo di suo padre. Come quasi tutti quelli della mia generazione,
anch’io all’epoca di “Portobello” rimanevo incollato al televisore, e anch’io ho trovato
che Tortora fosse un conduttore di gran classe oltre che un autore geniale.
Ricordo con un senso di colpa ancora vivo, la vicenda drammatica di Enzo Tortora, una
vicenda che dovrebbe insegnare molto a chi oggi tende a confondere il termine
giustizia con giustizialismo. Noi Italiani siamo stati nei confronti di Enzo dei pubblici
ministeri , magari anche solo per pochi minuti, ma tutti o quasi abbiamo avuto il dubbio
che fosse realmente colpevole. Da qui il mio senso di colpa.
Ho capito presto pero’, che si trattava di una montatura: era assurdo, era
inverosimile, era soprattutto la parola di un galantuomo, contro quella di uno che non
aveva nulla da perdere e tutto da guadagnare. Su questo brutto inizio si stratificò poi la
voglia di certi giornalisti di sbattere il personaggio famoso in prima pagina ad ogni
costo e il più a lungo possibile, il modo migliore era farlo grazie ad un dubbio da
alimentare giorno dopo giorno.
A partire da quel caso una piccola parte della magistratura divenne “presenzialista”,
anche fuori dalle aule dei tribunali, inaugurando in qualche modo una stagione di
ricerca di esposizione mediatica che ancora stiamo vivendo.
Silvia è una giornalista, una conduttrice TV, una scrittrice e soggettista. Nel 1999 ha
vinto il Nastro d’argento al Festival di Taormina come autrice del “migliore soggetto
cinematografico” con il film di Maurizio Zaccaro, “Un uomo perbene” interpretato da
Michele Placido. Silvia e’ sposata da 20 anni con l’attore Philippe Leroy: Argomenti di
cui parlare non mancano di certo.
Silvia, cosa ti ha lasciato a livello umano e professionale la figura di tuo padre?
Mio padre non voleva che facessi la giornalista, addirittura avrebbe voluto che aprissi
una carto-libreria o qualcosa del genere. Però con il tempo, leggendo i miei primi
articoli sul Tirreno e su Epoca ha cominciato a provare soddisfazione per questa
carriera intrapresa da sua figlia, parlava spesso dei miei pezzi, anche con giornalisti
del calibro di Biagi, inorgogliendosi di queste mie prove.
Io ho sempre rifiutato di lavorare con lui, ma da lui ho appreso ad usare il massimo
rispetto ed educazione con le persone con cui ho lavorato di volta in volta.
Che ricordo hai degli anni delle vicende giudiziarie e della sua malattia ?
Il calvario giudiziario e’ durato dal 1983 al 1987*. Inutile dire che per noi è stato
devastante e che mio padre, pur uscendone completamente pulito, ha somatizzato
quegli anni terribili che alla fine lo hanno ucciso con il cancro.
In una delle ultime puntate di Portobello, trovò anche il coraggio di raccontare la sua
malattia.
*per chi volesse ripercorrerne la vicenda, una sintesi esaustiva e’ su Wikipedia in Internet (N.d.A)
Raccontami di Silvia Tortora giornalista, conduttrice televisiva e autrice…
Ho cominciato nel 1979 con L’Agl, un agenzia che all’epoca forniva articoli a molte
testate, tra cui “Il Tirreno”. Nel 1983-84 ho collaborato con Retequattro quando era del
gruppo Mondadori, partecipando alla trasmissione Italia Parla , con Enzo Biagi.
Nel periodo 1985-1988 ho collaborato a Mixer con Gianni Minoli, e sempre dal 1988 e
fino al 1997 ho scritto per il settimanale Epoca. Poi nel 1999 e’ arrivato il Nastro
d’argento per la migliore sceneggiatura cinematografica al festival di Taormina.
Nel 2002 ho curato la pubblicazione di “Cara Silvia” epistolario tra me e mio padre e nel
2006 ho pubblicato “Bambini Cattivi”, entrambi per Marsilio editore.
Con Gianni Minoli ho collaborato alla trasmissione “La storia siamo noi”, realizzando
alcuni servizi, tra cui quello dedicato a Portobello, che nonostante l’ora di
programmazione, ebbe un grande successo di pubblico.
La prima intervista di quel Programma l’ho fatta con Mia Martini, sai che aveva la fama
di portare jella? A me ha portato fortuna, invece.
Dal giugno 2009 ho condotto Big insieme a Annalisa Bruchi, su Raitre, i
protagonisti del primo ciclo sono stati: Mario Monicelli, Giulio Andreotti, Giampaolo
Pansa, Renzo Arbore, Mariangela Melato, Umberto Veronesi, Andrea
Camilleri,Giovanni Minoli.
Tra quelli del nuovo ciclo ci saranno Claudio Baglioni, Piero Grasso il procuratore
antimafia, Miriam Mafai, Giorgio Albertazzi, Fedele Confalonieri, Cesare Romiti e Lino
Jannuzzi.
Sogni professionali e non di Silvia Tortora ?
Vivere in un paese migliore, e realizzare una trasmissione che affronti il tema della
giustizia nel nostro paese.
Come riesci a mediare la tua carriera con la vita familiare?
Mi alzo alle 6,30 tutte le mattine, preparo la colazione per tutti, rifaccio i letti, esco per
correre in redazione o al montaggio, ogni volta che registriamo mi tocca la tortura di
mezz’ora di trucco, trucco che mia figlia vorrebbe che tenessi, ma che invece appena
arrivo a casa faccio sparire immediatamente.
Negli altri momenti, specie quando arriviamo al fine settimana, mi dedico a far la fila
alle poste per le bollette, a fare la spesa e la lavatrice. Durante la fila mi faccio delle
gran chiacchierate con i vecchietti e la cosa mi piace moltissimo.
Il luogo dove abito è un borgo, Isola Farnese, qui ci conosciamo tutti.
Tuo marito festeggia ogni compleanno gettandosi da un aereo con il paracadute,
il prossimo sarà l’ottantesimo, continuerà la tradizione? Cosa sta facendo in
questo momento ?
Silvia hai mai avuto rapporti con Pistoia?
Quando ero piccola mio padre aveva una casa a Montecatini Alto che tenemmo per
qualche anno, fu li che mi ruppi un braccio.
La mia famiglia, per parte di madre, è toscana e io la mia infanzia l’ho vissuta tra
Firenze, dove ho ancora parenti, e Forte dei Marmi, dove passavamo le vacanze, mi
piace la Toscana, quando posso ci torno.
Fabio Cappellini