Intervista a Folco Quilici
Intervista a Folco Quilici x Fenix di Fabio Cappellini Maggio 2013
“Il viaggio” è il fil rouge che lega ogni intervento che si è svolto a Pistoia durante il festival “Dialoghi sull’uomo” ormai giunto alla sua quarta edizione. Questo evento ha avuto luogo dal 24 al 26 maggio, con conferenze e spettacoli che si sono svolti nelle piazze Del Duomo e dello Spirito Santo , Presso i Teatri Manzoni e Bolognini e in due casi anche nell’antico palazzo comunale. Tutte le conferenze hanno avuto un successo di pubblico importante, nonostante il tempo inclemente. I relatori erano tutti nomi importanti del panorama culturale Italiano e Internazionale. Ne ricordo alcuni, nei prossimi numeri di Fenix amplieremo la panoramica soffermandoci sui principali interventi: Franco Iseppi, presidente del touring club italiano, Francesco Guccini, cantautore e scrittore, Paolo Rumiz, scrittore e giornalista di Repubblica, Toni Wheleer , viaggiatore e fondatore della Lonely planet, Arjun Appadurai, antropologo, uno dei massimi esperti al mondo sulle implicazioni culturali della globalizzazione, gli scrittori Colin Thubron e Erri De Luca, lo scrittore e cantautore Vinicio Capossela e molti altri di cui avremo modo di parlare.Nonostante non sia la prima delle lezioni/conferenza a cui ho assistito vorrei aprire le cronache di quella rassegna con lo scrittore documentarista Folco Quilici. 83 anni portati alla grande, durante la sua conferenza ha tenuto il palco del piccolo Teatro Bolognini come un leone per quasi due ore, raccontando aneddoti e illustrando i documentari polinesiani che lui stesso aveva girato negli anni 50. Occhi vivaci e intelligenti, una memoria di ferro, un attenzione ai tempi del palco e alle parole davvero invidiabile. “28 giorni per arrivare in Polinesia” il titolo della sua applauditissima lezione.Un ora dopo sono seduto con lui nella hall di un albergo del centro storico, per una breve conversazione.So che lei ha realizzato un servizio su una comunità Albanese del Sud Italia, può parlarmene ? Sono passati molti anni, il servizio a cui si riferisce era parte di una serie su Calabria, Puglia e Basilicata. Ricordo che rimasi molto colpito dalla preparazione di un matrimonio Albanese, per gli abiti e le mille attenzioni che venivano riservate alla sposa affinché ogni dettaglio rispondesse pienamente alla tradizione, ricordo con simpatia il pope che celebrava la cerimonia , una persona veramente piacevole. È mai stato In Albania? Si due volte, a Distanza di molti anni e per pochissimo tempo: Quando ero bambino, prima dell’occupazione fascista dell’Albania , facemmo una crociera con la mia famiglia in Adriatico sostando in un porto Albanese, non ricordo se Valona o Durazzo, durante quella sosta avvenne un fatto abbastanza particolare : arrivarono contemporaneamente in porto due battelli, in uno c’era Re Zog con tutto il seguito, nell’altro, affiancato, una banda musicale che doveva accompagnare l’arrivo del sovrano. All’ingresso in porto le due imbarcazioni provocarono una serie di onde, che colpendo le fiancate di entrambi i natanti crearono un beccheggio molto pericoloso, tanto che si sentirono urla e sicuramente qualche passeggero avrà perso l’equilibrio cadendo, anche se non credo fuori bordo. Non potemmo accertarci delle conseguenze di quella vicenda perché la nostra nave in quel momento stava ripartendo, ma ricordo che rimasi molto impressionato dall’accaduto. Molti anni dopo la guerra, con la collaborazione tra uffici turistici di Italia e Jugoslavia con una troupe preparammo un documentario sull’Adriatico, toccando anche l’Albania. Seppure tra mille difficoltà (erano gli anni della dittatura), riuscimmo ad avere il permesso per visitare le rovine di una città romana di cui non ricordo il nome, nel sud del paese, un luogo incantevole. Durante le riprese, un tecnico della troupe notò un fascio sul coperchio di un tombino e disse “Thò guarda, un tombino fascista”. Il giorno dopo fu espulso dal paese.Lei ha viaggiato in tempi in cui il turismo di massa non era ancora nato, i suoi servizi e documentari hanno fatto scuola incantando e facendo sognare generazioni di Italiani e non solo. Se dovesse cominciare adesso , in un epoca in cui maree di turisti attraversano il globo in ogni senso, con quali tematiche affronterebbe il suo lavoro? Molti dei miei documentari parlano di archeologia, negli ultimi 40 anni le scoperte e la Il viaggio … a volte basta aprire la porta di casa e guardare un po’ più in là del proprio |